Emozione e Apprendimento. Nell’articolo sulla Memoria di Lavoro ci siamo accorti di quanto sia importante il suo ruolo nella vita di tutti i giorni ma….per fortuna si può dimenticare…!!!!!
Se ricordassimo tutto ciò che ci è successo e che abbiamo appreso in passato, la nostra memoria di lavoro sarebbe sommersa da una marea di fatti o immagini poco o del tutto irrilevanti e che quindi non servirebbero a nulla. E’ proprio in questo momento che le emozioni vengono in nostro soccorso…!
L’intervento delle Emozioni
Probabilmente non tutti lo sanno, ma sono proprio le emozioni che ci permettono di decidere se un fatto è o non è importante.
Detto altrimenti, se un’esperienza che viviamo non è accompagnata da un buon coinvolgimento emotivo (rabbia, felicità, tristezza, gioia….) il nostro livello di attenzione e coinvolgimento si abbasserà e di conseguenza “perderemo interesse” per quella situazione che inevitabilmente verrà dimenticata o produrrà un ricordo vago.
Già nella scuola dell’infanzia/materna le insegnanti lavorano molto sugli aspetti emotivi che i bambini apprendono ed assorbono in modo naturale (capacità che diventa un po’ meno spiccata negli adulti).
E’ di fondamentale importanza lavorare sulle emozioni perchè ci permettono di comprendere non solo noi stessi ma anche gli altri e ciò diventa ancora più fondante per sviluppare una buona socialità ed una buona integrazione nel corso della crescita.
Emozione e Apprendimento
L’emozione ha dunque un peso che non è da sottovalutare. Possiamo facilmente comprendere quanto sia importante la componente emotiva nel processo di apprendimento che avviene, per la maggior parte del tempo, in classe.
Molti studi hanno messo in evidenza il nesso tra grado di apprendimento e “clima classe” positivo: infatti una classe poco unita, dove non sono chiari e comuni gli scopi da perseguire o dove non ci sente coinvolti, rassicurati e rispettati può provocare conseguenze negative nei nostri bambini.
L’emozione ci “prepara” al passo successivo: se raggiungiamo del tutto o in parte i nostri scopi, siamo felici e motivati a proseguire e questi atteggiamenti verranno messi in atto sempre più spesso tutte le volte che ci troveremo ad affrontare un ostacolo.
Al contrario, se siamo accompagnati da pensieri poco funzionali e da emozioni negative, molto probabilmente non riusciremo a perseguire i nostri scopi e andremo incontro ad un altrettanto probabile fallimento.
Questo comportamento si verifica spesso minando la nostra autostima e la nostra autoefficacia che sono tesoro per una buona riuscita dei nostri obiettivi.
Saper conoscere, riconoscere e gestire le nostre emozioni influenza la qualità della nostra vita e delle nostre relazioni. Il modo in cui ci sentiamo o reagiamo alle situazioni è la diretta conseguenza di come interpretiamo e valutiamo la nostra esperienza.
Dobbiamo capire che un pensiero negativo può impedirci di raggiungere i nostri obiettivi. Questo non vuole dire che tutto sia facile, ma un punto di partenza positivo può sicuramente essere un grande aiuto. Un esempio che la maggior parte di noi può sperimentare nel quotidiano è il momento dei compiti/studio dei nostri figli.
Quante volte è capitato di sentirli ripetere: “non ne ho voglia”, “storia non mi piace e mi annoia”, “ci metterò troppo tempo a studiare tutte queste pagine” o ancora “non mi rimarrà più tempo per fare altro”…. E potremmo proseguire l’elenco all’infinito!
Se invece aiutiamo i nostri figli ad avere la consapevolezza che lo studio è ciò che devono fare ed evitiamo che si perdano in lamentele inutili, saranno proprio loro i primi ad accorgersi di aver risparmiato tempo prezioso che possono utilizzare come meglio credono.
Rimandare, lamentarsi, perdere la concentrazione sono tutti aspetti disfunzionali che peggiorano il momento dello studio poiché aspetti come l’apprendimento, l’attenzione, la memoria, i processi decisionali, la motivazione e il funzionamento sociale sono tutti influenzati e inglobati all’interno del processo emotivo.