Travolti dalla nostra routine quotidiana, spesso non abbiamo il tempo per riflettere sui nostri stati emotivi e mentali che invece hanno un’enorme influenza sull’apprendimento, sul problem solving e sul processo decisionale. È stato ampiamente dimostrato che, seppur con un piccolo margine di errore, un atteggiamento positivo gioca un ruolo motivazionale ed adattivo nei processi di scelta.
Il problem solving e il processo decisionale
Il Problem Solving è un’attività del pensiero che si mette in atto per raggiungere una condizione desiderata a partire da una condizione data o, altrimenti detto, indica l’insieme dei processi volti ad analizzare, affrontare e risolvere positivamente situazioni problematiche.
È doveroso precisare che il Problem Solving è solo una parte dell’intero processo di risoluzione di un problema che comprende anche altre due componenti: il problem finding (scoperta del problema) e il problem framing (inquadrare il problema).
La prima fase si riferisce all’individuazione e alla definizione di una situazione problematica a partire proprio dalla decisione di “fermarsi a pensare”, operazione che richiede apertura mentale, intuizione e pensiero critico; la seconda fase riguarda invece una componente il cui scopo è quello di delineare e meglio definire un problema formulato in termini troppo vaghi per poter essere efficacemente affrontato e risolto.
Per comprendere la natura del problema dobbiamo essere in grado di scoprire cosa si nasconde dietro al nostro disagio e quali sono la struttura ed il significato della difficoltà che stiamo incontrando, un problema esiste quando c’è un ostacolo al raggiungimento di un obiettivo.
Riconoscere un problema significa riconoscere un’interruzione del nostro percorso con la conseguenza di dover pensare a qualcosa di nuovo, di generare soluzioni che ci permettano di proseguire fino a perseguire il nostro obiettivo.
In sintesi:
- Obiettivo: stato a cui aspiriamo
- Problema: condizione in cui ciò che stiamo facendo non è sufficiente per raggiungere l’obiettivo prefissato, da ciò risultano uno stato di disagio e l’identificazione di ostacoli nel nostro percorso
- Ostacolo: insieme di impedimenti a procedere nel modo consueto secondo le nostre esperienze e conoscenze
- Soluzione: insieme dei cambiamenti nel nostro stato mentale e nei nostri comportamenti che ci consentono di raggiungere l’obiettivo
Come fare?
Idealmente possiamo suddividere il problem solving in 4 fasi:
- Identificare il problema/obiettivo (fase osservativa, definizione dell’obiettivo e analisi degli ostacoli). Una definizione dettagliata del problema consente una valutazione più accurata del problema stesso e delle possibili soluzioni. Ci sono diversi modi per affrontare un ostacolo: lo possiamo rimuovere, lo possiamo aggirare o ancora lo possiamo utilizzare come risorsa.
- Generare soluzioni (fase creativa). In questa fase è importante liberare la mente da vincoli, preconcetti e pensieri disfunzionali (es: “non ce la farò mai”) in modo da far fluire le idee che, una volta raccolte, vanno analizzate, organizzate, sviluppate e trasformate in soluzioni vere e proprie.
- Valutare/scegliere/pianificare (fase critico-realistica, valutare efficacia, fattibilità e conseguenze, scegliere la soluzione, pianificare). Dando seguito alla fase precedente, qui si arriva al momento di scegliere che richiede la messa in atto di un processo decisionale e successiva pianificazione delle azioni (cosa fare, quando farlo, come farlo……)
- Mettere in pratica (fase esecutiva, esecuzione del piano e valutazione dei risultati).
Quali sono le caratteristiche di un obiettivo ben formato?
La prima cosa da evidenziare è che l’obiettivo deve essere formulato in forma positiva, ovvero dobbiamo essere capaci di definire cosa vogliamo ottenere al posto di ciò che non vogliamo.
In secondo luogo, il fine non può essere definito in modo generico ma deve essere ben specificato e ciò permette di renderlo anche verificabile.
Assicurarsi che gli obiettivi che ci prefiggiamo siano perseguibili direttamente da noi stessi, possiamo essere aiutati o supportati ma non sostituiti e, infine, dobbiamo essere in grado di valutare le conseguenze.
Cosa significa decidere?
La decisione è un processo complesso che coinvolge diverse strutture cognitive, in cui l’individuo deve valutare ed interpretare gli eventi, al fine di scegliere tra più alternative. Le decisioni vengono prese in base alle necessità e ai bisogni del soggetto, considerati fondamentali per un’equilibrata condizione sociale e psicologica.
Colui che decide non ha a disposizione una gamma completa delle azioni possibili per realizzare un fine, ma un ventaglio ristretto di comportamenti ai quali ricorrere, che gli deriva dall’esperienza, da convinzioni radicate e valori.
Numerose ricerche condotte hanno evidenziato il peso dell’umore e delle emozioni in ambito decisionale ipotizzando che il decisore utilizzi i sentimenti che percepisce come informazioni vere e proprie; quando le decisioni sono complesse e le risorse limitate, le persone basano le proprie scelte sulle reazioni emotive.
Un altro aspetto molto importante da considerare, è che spesso le decisioni avvengono in situazioni in cui l’individuo si sente sotto pressione per diversi motivi e questo stress, tendenzialmente, influisce in maniera negativa. Alcuni psicologi hanno evidenziato che, in situazioni con un basso livello di stress, le persone tendono a non decidere oppure a cambiare la scelta opzionata nel corso del processo decisionale.
In situazioni caratterizzate da un moderato livello di stress, le persone sono attente e vigili e, quindi, in grado di valutare accuratamente le alternative a loro disposizione. Infine, in condizioni di elevato stress, chi decide tende ad adottare comportamenti volti a ritardare la scelta in attesa di nuove informazioni, o a delegare ad altri la responsabilità della decisione stessa.
Allo stesso modo, altre ricerche hanno evidenziato che all’aumentare del livello di stress, si riscontra una riduzione del numero di informazioni utilizzate per prendere una decisione.
Un umore positivo porta i soggetti ad adottare strategie di scelta basate sulla semplificazione del compito, sia elaborando un minor numero di informazioni sia scartando caratteristiche ritenute poco importanti. Le emozioni dunque influenzano fortemente il comportamento di chi deve decidere, sia a livello conscio sia inconscio.
Le reazioni affettive possono anche indurre in errore ma in un gran numero di situazioni giocano un ruolo estremamente adattivo nel comportamento svolgendo così una funzione motivazionale.